Sagre o festival?

Quale futuro per gli eventi dedicati al food nel post-Covid?

La pandemia da Coronavirus del 2020 ha costretto i settori della cultura e dell’intrattenimento a una profonda riflessione sul modo in cui i loro appuntamenti sono organizzati, e i festival dedicati al cibo, nel loro trovarsi all’incrocio tra questi due settori, sono fra i maggiormente interessati.

Anche se sia questi che i festival specifici in qualche caso sono riusciti a svolgersi ugualmente nella stagione estiva del 2020, quando il numero di casi positivi era diminuito e la diffusione del virus sembrava essersi arrestata, il Covid ha cancellato la maggior parte degli eventi classificati come sagre, e molti di quelli organizzati come fiere o festival.

Per alcuni di loro è stata scritta la parola fine e non riusciranno a rinascere. Altri invece stanno cercando di riorganizzarsi alla luce delle nuove restrizioni e abitudini acquisite durante questo evento epocale.

L’idea del Salone dei Sapori

In questo senso, una via ha iniziato a tracciarla un evento italiano importante come il Salone dei Sapori, che si tiene dal 2019 a Padova: un appuntamento giovane e forse per questo più pronto a mettersi in discussione. Infatti la sua seconda edizione si è trasformata, con notevole dispendio logistico e di risorse, in un “webival”, un festival completamente online.

Al posto delle degustazioni, il palinsesto del Salone dei Sapori si è trasformato in un ciclo di conferenze con nomi e argomenti importanti, senza soffrire l’assenza fisica dei visitatori. E per i prossimi anni, infatti, si pensa a continuare con questa formula innovativa.

bard